I mazzi che conosco e ho studiato con attenzione sono quelli di Waite, Jodorowsky, Crowley e Wirth. Ognuno offre una porta d’accesso diversa all’universo simbolico dei Tarocchi: c’è chi li ha pensati come via mistica, chi come strumento di guarigione, chi come percorso magico o iniziatico. Tutti, a modo loro, offrono uno specchio profondo dell’anima.

Ogni mazzo è perfetto per entrare nel mondo degli archetipi e dei simboli. Non serve cercare il “migliore”: ciò che conta è trovare quello che ci chiama, quello che vibra con la nostra interiorità. È un incontro, non una scelta razionale.


Alejandro Jodorowsky

Alejandro Jodorowsky è una figura che esplora la simbologia in modo profondo, utilizzandola per comunicare con l’inconscio e per superare la censura logica. I simboli sono lo strumento principale del suo lavoro, che va dalla cinematografia al teatro, dai tarocchi alla psicoterapia.

Jodorowsky è un artista e terapeuta cileno-francese che ha sviluppato un approccio ai Tarocchi profondamente intuitivo, simbolico e terapeutico. La sua filosofia parte dall’idea che il Tarocco sia uno strumento spirituale capace di rivelare la verità interiore e facilitare la guarigione. Il suo metodo, chiamato tarologia, non è divinatorio in senso classico, ma si fonda sulla lettura psicomagica e archetipica delle carte per sbloccare nodi interiori.
Ha adottato e “restaurato” il Tarocco di Marsiglia, che considera il mazzo più puro e potente. Il suo lavoro, in particolare con Philippe Camoin, ha cercato di ripristinare i simboli originali del mazzo per restituirne la forza esoterica e terapeutica. Per Jodorowsky, leggere i Tarocchi è un atto di amore e di responsabilità.

Arthur Edward Waite

Per Waite, il simbolismo non è decorazione né superstizione: è linguaggio sacro, ponte tra visibile e invisibile. Convinto che i simboli contenessero verità spirituali profonde, riteneva che solo attraverso una lettura meditativa e paziente di essi fosse possibile accedere a un senso più alto dell’esistenza.

Membro dell’Ordine Ermetico della Golden Dawn, Waite ha cercato di razionalizzare e sistematizzare il simbolismo dei Tarocchi, avvicinandoli a un uso più spirituale e meno superstizioso. La sua filosofia è influenzata dal cristianesimo esoterico e dall’occultismo occidentale, ma con un taglio intellettuale e mistico.
Con l’artista Pamela Colman Smith, ha creato il celebre mazzo Rider-Waite, che per la prima volta ha illustrato tutte le 78 carte, compresi gli Arcani Minori, rendendoli narrativi e leggibili anche intuitivamente. Il suo metodo è riflessivo, spirituale, orientato alla crescita personale e alla rivelazione del “viaggio dell’anima”.

Aleister Crowley

Aleister Crowley, figura centrale della Thelema, nutriva un profondo interesse per i simboli, utilizzandoli come strumenti di conoscenza e di magia. La sua opera è permeata di un ricco simbolismo, che comprende tanto immagini tradizionali come l’Esagramma unicursale, quanto creatività personalizzate.  

Figura controversa e ribelle, Crowley ha concepito i Tarocchi come strumenti di potere e trasformazione magica. Il suo approccio è profondamente kabbalistico, astrologico, alchemico e tantrico, con forti connotazioni di magia sessuale e mistica orientale. La sua filosofia si fonda sul principio del “Fai ciò che vuoi sarà tutta la Legge”, e i Tarocchi diventano per lui una via per esplorare l’inconscio profondo e l’espansione della volontà.
Il mazzo Thoth, disegnato da Lady Frieda Harris sotto la sua guida, è ricchissimo di simboli esoterici, colori e riferimenti occulti. Le carte sono dense, potenti e spesso provocatorie. Il metodo di Crowley richiede studio, intuizione e una forte attitudine all’esplorazione interiore attraverso il simbolismo magico.

Oswald Wirth

Oswald Wirth ritiene il simbolo un seme della conoscenza umana, insito nella collettività e di conseguenza comprensibile a tutti ed in grado di comunicare direttamente all’inconscio dell’individuo, risvegliandone la parte più vera ed ancestrale.

Wirth, occultista svizzero legato alla massoneria e alla tradizione esoterica europea, ha proposto una lettura iniziatica dei Tarocchi. La sua filosofia è profondamente influenzata dall’ermetismo, dalla Cabala e dal simbolismo massonico. Per lui, gli Arcani sono tappe di un cammino di perfezionamento spirituale, quasi come stazioni su una via alchemica verso la realizzazione dell’essere.
Il suo mazzo, detto Tarocco Esoterico, si basa sui 22 Arcani Maggiori, riccamente illustrati con simboli esoterici precisi, mentre gli Arcani Minori vengono considerati secondari. Il metodo di Wirth è iniziatico e meditativo, adatto a chi cerca nel Tarocco una via di studio e trasformazione profonda.


In sintesi:

  • Jodorowsky usa il Tarocco per la guarigione psichica; il Marsigliese è per lui uno strumento vivo e archetipico.
  • Waite propone una via mistica e cristiana, sistematizzando i Tarocchi come specchio dell’anima.
  • Crowley esplora il Tarocco come chiave magica e trasformativa, con un mazzo potente e visionario.
  • Wirth concepisce gli Arcani come tappe iniziatiche, da meditare e integrare nel cammino spirituale.

Ognuno offre un modo diverso di abitare il simbolo: terapeutico, mistico, magico o iniziatico. E il lettore moderno può scegliere, contaminare, o creare un proprio modo di viaggiare tra gli Arcani.


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