Il Metodo
Perché insegno i Tarocchi così come li insegno
Prima di iniziare un vero e proprio percorso insieme – che ci porterà anche a imparare a leggere i Tarocchi – sento il bisogno di raccontare perché sono arrivata a proporre questo tipo di approccio.
Quello che offro è uno studio dei Tarocchi con una forte componente esperienziale, in cui ci mettiamo in gioco in prima persona. Lavoriamo non solo con la mente, ma anche – e soprattutto – con l’intuizione, il sentire, l’immaginazione.
Un percorso in cui, più che leggere le carte, impariamo ad ascoltarle.
A lasciare che siano loro a leggere noi.
Esistono due modalità di conoscenza
Per capire il senso profondo di questo metodo, dobbiamo fare un passo indietro e riconoscere che la conoscenza umana può essere esplorata attraverso due modalità principali:
- la conoscenza logico-razionale
- quella intuitivo-simbolica
Conoscenza logico-razionale
È quella che più ci è familiare, perché viene promossa nel nostro sistema scolastico e culturale.
Si basa sulla razionalità, sull’analisi critica, sul pensiero lineare.
È la modalità che utilizza logica, deduzione, categorie precise.
Un tipo di sapere che separa, ordina, spiega, e ci permette di definire concetti con chiarezza.
Questa forma di conoscenza è fondamentale in moltissimi ambiti della vita, ma non è sufficiente quando entriamo nel campo del simbolo, dell’archetipo.
L’approccio logico-razionale tende infatti a frammentare la realtà, a incasellarla, separando e classificando le esperienze secondo criteri fissi e dicotomici un approccio utile nel mondo della tecnica. Ma il simbolo ha una natura fluida, stratificata, che integra gli opposti e li legge nel loro essere complementari : non può essere ridotto a una definizione rigida, perché vive nel movimento, ogni volta racconta una storia diversa.
Conoscenza intuitivo-simbolica
È qui che si inserisce la seconda via: quella intuitiva e simbolica, la conoscenza propria dell’Arte
Una modalità più immediata, non lineare, che si fonda sull’intuizione, sull’esperienza e sulla percezione profonda.
Questa forma di conoscenza permette di cogliere significati che sfuggono all’analisi logica, ma che possono essere sentiti, riconosciuti, evocati.
È un sapere che non spiega, ma risuona.
Questa modalità dà spazio all’immaginazione e all’esperienza diretta. Il simbolo, in questo contesto, non è un concetto da definire, ma un segno vivo che parla all’anima in modi molteplici, sfaccettati, mai univoci.
Secondo la filosofa americana Susanne Langer, l’arte è una forma simbolica che comunica ciò che non può essere espresso con la razionalità. Lo stesso vale per i Tarocchi: sono un linguaggio fatto di immagini, archetipi, risonanze. Il loro potere non sta in un significato fisso, ma nella capacità di generare senso nel momento stesso in cui li contempliamo.
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